Non una di meno

Carissima Giulia,

Oggi più che mai ti penso.. sono quattro anni che te ne sei andata, così all’improvviso, e non è passato un giorno senza che io non ti abbia pensata.
Sei nel sole che si alza ogni mattina, nella luna che sorge fiera dal mare la sera, sei nella pioggia che ci bagna e nel vento che soffia, sei con me in scooter quando vado a lavorare e in macchina con i ragazzi che vanno a giocare a calcio… Sei in cucina seduta sul bancone mentre farcisco i baci di dama e sul divano davanti alla TV mentre passo l’ aspirapolvere… Mi aiuti a spingere il carrello al supermercato e a scegliere che vestito indossare oggi, giochi con le Barbie sul tappeto di camera tua mentre scrivo al computer e rispondo all’ennesimo paziente. Ti lavi i denti mentre mi lavo la faccia la mattina (e mi occupi il lavandino!!) e mi ricordi di prendere il cellulare quando esco. So che sei con me sempre, ma non mi basta. Lo sai e di questo non ti perdonerò mai.. di avermi lasciata sola quando ero io che avevo bisogno di te, dei tuoi sorrisi e dei tuoi abbracci, dei tuoi discorsi da donnina assennata, delle tue domande curiose e dei tuoi perché. C’è una cosa che ti devo dire però, che è l’unica per cui sono contenta che tu non ci sia più.. c’è tanta violenza verso le donne in questo nostro paese malato, e ho paura di quello che avrebbe potuto accaderti. Per questo sono contenta che tu sia lì, al sicuro. Se accendi la TV senti solo storie di donne la cui vita è stata spezzata, donne che sono state uccise da uomini che avrebbero dovuto proteggerle, e mi rendo conto che forse il dolore di chi le ha perdute è ancora peggiore del mio. Contro alcune gravi malattie siamo inermi, per cui quando il cuore ha fatto i conti con il cervello e si è messo l’anima in pace sul fatto che non c’era niente altro che potesse fare riacquisti una certa serenità, ma in questo caso ci sono troppe cose con cui fare i conti per cui credo che la pace sia difficile da riacquistare.
Credo che il papà di Giulia, la mamma di Sara, il marito di Alice, i genitori di Sabrina…debbano anche fare i conti con il sospetto di non aver capito appieno, di non essere stati in grado di proteggere le varie Giulia, Maria, Sara, Alice, Sabrina, Paola… Perché non è solo la fantasia che genera mostri ma soprattutto questa nostra società malata. Mostri che spesso vivono sotto il nostro tetto e noi non siamo in grado (o non vogliamo?) riconoscere.
Non so se sarei stata in grado di proteggerti da una società che annichilisce chi non ubbidisce ai canoni del momento, che spazza via il diverso, che non accetta … E tantomeno dalla violenza.
Ringrazio che almeno questo ti sia stato risparmiato, perché il tuo corpo è stato si martoriato dalla malattia e dalla morte ma non è stato dato in pasto alla violenza di uomini che sono troppo codardi per misurarsi con loro simili, troppo pavidi per confrontarsi con la diversità, troppo ottusi per accettare di essere battuti da una donna negli studi, sul lavoro, nello sport e riversano le loro frustrazioni su chi dovrebbero amare. Uomini che, figli di una società troglodita e patriarcale, pensano che spezzando una vita con la violenza e l’ odio, picchiando e violando la dignità della donna ne spezzeranno la resistenza e riconquisteranno il primato familiare.
Uomini che nascondono dietro a gesti e discorsi osceni la consapevolezza di essere inferiori a quelle donne che dovrebbero proteggere con la loro vita.
A te piaceva leggere di cavalieri che sacrificavano la loro vita per salvare la principessa amata, qui si assiste solo allo scempio di vite rubate nel fiore degli anni da chi doveva amarle e basta.
Ecco Giulia, io non credo che sarei stata in grado di gestire tutto questo, la paura che tu potessi essere in pericolo, il terrore di non vederti tornare a casa, l’attesa di una telefonata che dicesse che stavi bene.
E ringrazio che almeno questo mi sia stato risparmiato.
Ti chiedo un favore.. cerca di mandare un po’ di buon senso in questo nostro mondo e tanto amore.. perché non una di meno… Perché Giulia sia l’ ultima di questa serie… aiutami a insegnare a tuo fratello a diventare un uomo coraggioso, sensibile, rispettoso. Pensaci dall’ alto e aspettaci, bambina mia.
La tua mamma, che ti adora, oggi come sempre.
26 novembre 2023, 4 anni dopo.
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